Maurizio Marzadori

«Dov’è l’entrata?» Friniti, Otto Wagner, caffè tostato, Platano, schiaffi di zanzare, vespe e apimaia, Josef Hoffmann, ruggine, Prunus, parola d’ordine, Ettore Sottsass, sussurri e grida... di chi all’incrocio ha disfatto la macchina da centocinquanta mila euro in prestito, «Ah lei è il signor Freak Andò?», Tiglio, visioni, Franco Albini, illuminazioni, Vinca, invenzioni, Pierluigi Giordani, improbabilità, Glicine, inutilità, Thonet, abbandono, Ailanti, affari, Melchiorre Bega, réclame, Rusticano, ferocia, Giuseppe Pagano, forza della natura, disvelamento, Gabriele Mucchi, utilità, Acero negundo, decorazione, Ico Parisi, “cartole”, Acero campestre, Fontana Arte, Bagolaro, Carlo Scarpa, mistici, Cedro atlantico, esterrefatti, Stilnovo, Krupp, Flavio Poli, Lips Vago, mercanti, Marco Zanuso, «architetti.. e che diamine!», Floss, Venini, Giuseppe Terragni, Ignazio Gardella, Gino Sarfatti, Gustav Siegel, quelli che «questa è una discarica?», quelli che «si vede che ogni singolo pezzo è stato scelto», quelli che, indicando una sedia, «sei troppo caro» ma non hanno mai sentito nominare Giò Ponti, quelli che ti danno delle soddisfazioni, quello che «ah le sue scarpe sono di Paul Harnden», «Ollallà la cavern di Alibabà!», babele, Kohn, baraonda, Dagobert Peche, Sergio Mazza, ripetitività, Mundus, gelo nelle stanze, fantasmi, Tobia Scarpa, «non trovo l’uscita..» Maurizio Marzadori

Maurizio Marzadori nasce nel 1947. Nei primi quaranta anni è “Sessantasettino” e occupante di Magistero e amico di Don Milani, che gli chiede (come cavia) un parere sulle bozze di Lettera a una professoressa. Ha gestito per oltre tre anni dal 1968 la “comunità Albareda” di Budrio convivendo giorno e notte e senza lucchetti in una casa di campagna con i ragazzi di un’istituzione per bambini provenienti da manicomi e brefotrofi. Poi maestro al Pilastro di Bologna, e sindacalista. Dopo i quaranta anni è inventore di Freak Andò e tra i padri fondatori del Modernariato, collezionista e curatore di mostre di arti decorative e applicate. Ha la più importante collezione al mondo di mobili da bambino, complementi e giocattoli, esposta tra l’altro alla Triennale di Milano, al MoMA di New York, al Museo Archeologico e presso la Salaborsa di Bologna. Una collezione che vuole mettere a disposizione per un centro di studio, ricerca, formazione e attività per l’infanzia. E’ fotografo per necessità, per rivendere su internet i pezzi scoperti nella sua costante ricerca quotidiana.